Reviews
Aldo Ciccolini, pianist:
“It took me just two or three lines of Ravel’s La Valse to realize the enormous pianistic potential of Domenico Piccichè, and furthermore, through the velvet fingers of steel like his, there is also a truly extraordinary and rare musical sensitivity, sense of colour and creativeness...” „Zwei, drei Zeilen aus La Valse von Ravel reichten schon, um mir das riesige Potenzial von Domenico Piccichè aufzuzeigen. Und nicht nur das: seine Finger aus Samt und Stahl bieten ein seltenes musikalisches Gefühl, einen Geschmack für Farben und außerordentliche Phantasie…“ Boris Petrushanskij, pianist: “I have known Domenico Piccichè for many years, and I can say that this musician, mature, very cultured and refined, has always impressed me greatly as a pianist and as a person. He radiates such faith in the greatness of art, human values, personal relationships, that it is literally impossible not to surrender to his human and artistic charm. Pianistically he has always been impeccable, possessing an enviable instrumental background. Agile talent, fiery temper, but always self-controlled with excellent taste, Domenico Piccichè has had innovative ideas in the composition of recital programs and CDs, some very interesting and appealing. He is an excellent musician, Professional with a capital 'P'.” Joanne Corbett-Barnes, artist manager: “... a wonderful Italian pianist and rising star.” Andrea Ferrante, composer: “... I consider Domenico Piccichè one of the most sensitive and thoughtful pianists of contemporary Italian music scene: he succeeds in perfectly capturing every shade of colour, highlights the dynamics and wisely keeps control of tempo. Each score that he approaches, with particular reference to the Romantic, modern and contemporary repertoire, shines with a unique, original, emotional charge, and he has such a mastery of the instrument to face any bravura passage and thorny interpretative point with astonishing ease. Finally, I would like to emphasize his rare human qualities: willingness and modesty above all, peculiar to sensitive personalities, contribute to place Domenico Piccichè in the shortlist of the greatest artists of all time.” O. Šverko, La Voce del Popolo (Croatia): “... a poet of the piano and rather sensual for his magic touch..., an interpreter of powerful dramaticism and transcendental virtuosity... a true artist, a magician, with whom lyrical transfiguration and technical agility become grace and glitter and form the expression of complete art...” Rosa Alba Gambino, Il Palindromo: “La conoscenza di Domenico Piccichè, artista siciliano di rari talento e cuore (sia consentita all'autrice la sottolineatura), interprete prediletto delle composizioni degli ultimi anni, accompagna la svolta artistica del compositore [Andrea Ferrante].” J.D. Hixson, Ibla Times Magazine, New York (USA): “… with the fiery transcription of Verdi’s Miserere from Il Trovatore made by Liszt… Piccichè highlighted Verdi’s naturalistic side with a robust yet refined interpretation, convincingly rendering Liszt’s fiendishly difficult melodic figurations.” E. Ferrante, Il Corriere di Roma (Italy): “Piccichè… si è rivelato ancora una volta pianista d’eccezione…” A. Avila, La Sicilia (Italy): “Programma ricercato, compilato con gusto ed eseguito con stile e proprietà…” Luigi Mostacci, pianist: “Ho incontrato in vari concorsi il pianista Domenico Piccichè, ... che reputo uno dei più significativi giovani pianisti italiani del momento. Ha doti tecniche perfette e una grande musicalità” S. Patera, Giornale di Sicilia (Italy): “Rilevante accuratezza e definizione di dinamiche…” H.B., Schwäbisches Tagblatt (Germany): „Domenico Piccichè… widerlegte die verbreitete Annahme, ein Südländer sei vor allem heißblütig und ungemein temperamentvoll, denn man lernte einen sehr bewusst arbeitenden, seinen Mittel höchst wirkungsvoll einsetzenden Künstler kennen, der genau weiß, wo seine Stärken liegen…“ „… Wer gefürchtet hatte, der zweite, ausschließlich Transscriptionen enthaltene Teil des Programms erreiche nicht die Höhe des ersten, der sah sich angenehm überrascht über die Fülle orchestraler Farben, die Piccichè dem Flügel entlockte. Franz Liszts Bearbeitung von „Isoldes Liebestod“ aus Wagners „Tristan und Isolde“ führte unter seinen Händen zu erstaunlicher Plastizität und Ausdrucksgewalt…“ „… Zum Höhepunkt der den Virtuosen Piccichè herausfordernden Stücke geriet zweifellos dessen eigene Transkription des fulminanten Orchesterwerks „La Valse“ von Maurice Ravel. Diese geniale Mischung aus Wiener und Pariser Charme inspirierte ihn zu ungeahnten Emanationen der Technik und des ganz eigenartigen Klimas. Danach kam es zu etlichen Zugaben, Bearbeitungen zumeist, die das eminente Können des Sizilianers noch einmal bestätigten.“ “Domenico Piccichè… ha smentito la diffusa convinzione che l’uomo mediterraneo sia innanzitutto focoso e straordinariamente impetuoso, in quanto abbiamo fatto la conoscenza di un artista che lavora con grande consapevolezza, che impiega i suoi mezzi con somma efficacia e che sa esattamente dov’è il suo forte…” “… Chi aveva temuto che la seconda parte del programma, contenente esclusivamente trascrizioni, non avrebbe raggiunto l’altezza della prima, è stato piacevolmente sorpreso dalla profusione di colori orchestrali che Piccichè ha tratto dal pianoforte. La trascrizione di Franz Liszt della “Morte per amore di Isotta”, dal Tristano e Isotta di Wagner, è stata portata sotto le sue mani a una plasticità e una forza espressiva sorprendenti…” “… Il vertice dei pezzi con cui Piccichè si misura con i virtuosi è stato costituito senza alcun dubbio dalla sua trascrizione della fulminante opera orchestrale ’La Valse’ di Maurice Ravel. Questa geniale mistura di charme viennese e parigino gli ha ispirato insospettate emanazioni di tecnica e un’atmosfera del tutto particolare. Sono seguiti diversi bis, in massima parte trascrizioni, che hanno ancora una volta confermato l’eminente bravura del Siciliano.” A. R. Fontana, Giornale di Sicilia (Italy): “Piccichè colpisce per le acquisizioni tecnico-stilistiche attinte negli anni da maestri quali Jorg Demus, Maria Tipo…” “… il pianista si è immerso con finezza linguistica nel potenziale comunicativo di Wagner… valorizzando un’intensità progressiva di colori orchestrali, fra consone sottolineature timbriche, in un contesto sonoro di ardua realizzazione. Significativa anche la trascrizione dello stesso Piccichè, dall’originale orchestrale de La Valse di Ravel.” G. Barbieri, RAI/Italian Radio Television: “… Domenico Piccichè dimostra come anche il ’pianoforte romantico’, insieme al suo fratello novecentesco, sia in grado di parlare un numero infinito di idiomi e dialetti: dai Canti polacchi di Chopin tradotti dal pianismo trascendentale di Liszt fino a Igor Stravinskij che con i suoi Trois mouvements ripensa alla sua Petrouchka ’sub specie pianistica’.” |
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